martedì 12 aprile 2011

Letteratura Scientifica

Mi sembra abbastanza evidente che ormai l'intera popolazione modiale (o quasi)  non possa fare a meno di vivere anche nel cyberspazio.
Puoi trovarci di tutto, dalla banale ricerca sul signficato di una parola, al buon vecchio giornale (chissà cosa direbbe mio nonno, il suo giornale cartaceo e scomodo da sfogliare non poteva mai mancare dopo pranzo!) ormai ridotto a pagina web, fino a prenotare viaggi, comprare cose, incontrare persone, farsi i fatti altrui, parlare con una persona che si trova dall'altra parte del mondo...insomma puoi trovarci e farci di tutto con internet. E mi pare ovvio che anche gli articoli di natura scientifica,e più nello specifico di natura medica, non possano trovare altra collocazione se non nel cyberspazio.
La cosa mi rassicura, ma mi sconforta un pò allo stesso tempo. Sono sicura di avere un mezzo che in qualsiasi parte del mondo io mi trovi mi permette di tenermi aggiornata, e di non rimanere mai indietro sulle nuove scoperte. Però le buon vecchie riviste scientifiche che fine fanno?! I mensili, i settimanali o trimestrali che siano?! Io credo che le nuove generazioni non sentiranno la mancanza del cartaceo sotto mano, non ci sono stati mai abituati, un pò come il cambio lira-euro! Ma noi, e le generazioni più "vecchie"?! Io forse devo solo un pò abituarmi a questo mondo virtuale, ma spero di non essere la sola! Insomma non è una critica al cyberspazio, anzi ci permette di essere cittadini del mondo in qualsiasi istante lo si voglia, ma solo a me mancano le buone vecchie riviste?
Probabilmente sono andata un pò fuori tema, rispetto al punto in questione, coiè la validità di un articolo scientifico. Ebbene vorrei aggiungere che secondo me ormai le nostre vite sono diventate una corsa continua; sì una corsa continua per arrivare al nostro obiettivo. Non pensiamo al percorso che stiamo percorrendo, pensiamo solo al traguardo, e pensiamo a raggiungerlo nel minor tempo possibile. Ecco che non ci dobbiamo meravigliare se i revisori di articoli scientifici tendono ad ottimizzare e guadagnare il massimo dal loro lavoro. Più revisioni, più guadagno, maggior guadagno, meta raggiunta. Non pensano magari al come raggiungono il loro traguardo, non pensano a coloro che ancora devono emergere e ancora stanno correndo per raggiungere il loro obiettivo. Non li biasimo, nè li giudico. Tutta la società attuale è in continua corsa, resta in gara solo chi corre più veloce. Anche i revisori degli articoli scientifici devono correre veloce, anche se questo non è giusto. Perciò se la validità di alcuni articoli talcolta viene meno, secondo me non è colpa unicamente dei revisori oberati di lavoro, ma della società. Le persone continueranno a scrivere articoli, i revisori a revisionarli e la società a correre. E ormai credo che la gara non possa essere più interrotta.

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